Corso di Lingua e Cultura Italiana a Santa Margherita Ligure

Discendenti liguri raccontano la loro esperienza nel corso organizzato dalla Università di Genova

“E’ stato molto gratificante poterci confrontare con la nostra cultura, questo ci ha permesso di capire che abbiamo molte cose in comune con essa. Infatti, pur proveniendo da paesi diversi del mondo, abbiamo con essa una forte relazione: una relazione che trova forza nelle nostre origini italiane, soprattutto liguri”, commenta uno fra i 50 studenti del 49ª Corso Internazionale di Studi Italiani dell’ Università di Genova, corso che ha avuto inizio ad Agosto ed è terminato a Settembre a Santa Margherita Ligure.

Guglielmo Caballero (35), avvocato di professione e cileno di nascita, ci racconta che potere realizzare questo corso è stata per lui la possibilità migliore per ritrovare il legame con alcuni dei suoi parenti che vissero a Zoagli, luogo di nascita dei suoi nonni, i quali alla fine dell’ ottocento decisero di stabilirsi nel porto di Valparaìso.

”Tra la sorte e la volontà quest’ esperienza è stata un viaggio interiore volto a recuperare il vincolo famigliare. Voglio ringraziare la Regione Liguria per lo sforzo fatto al fine di permetterci di mantenere il legame con la terra dei nostri antenati, legame che ha dato origine alla nostra cultura, una cultura con la quale siamo cresciuti a casa”, conclude.

Un’ altra partecipante del corso, Susanna Borasino (24), nata a Lima e che vive da due anni a Verona dove è andata a studiare economia per riprendere le orme di un suo antenato, dice “Mio nonno era originario di Moneglia, anche lui aveva studiato economia a Genova prima di partire per il Perù nel 1940”. Per questo ella ringrazia gli organizzatori e chiede anche un maggiore interesse per migliorare ulteriormente le condizioni della sede del San Giorgio.

Parlando infine con FrancoVitali (26), originario di Córdoba-Argentina e quasi laurato in economia, anch’ egli interviene a favore di questo corso “E’ servito moltissimo per approfondire la nostra conoscenza della cultura italiana e, soprattutto, per ritrovare alcuni nostri familiari che ancora vivono in Liguria. Nonostante questo è triste doversi lasciare dopo avere condiviso più di cinque settimane, anche se noi sappiamo che la amicizia trovata durerà per tutta la vita”.